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Venerdì, 26 Aprile 2024
Valdarda / Fiorenzuola d'Arda / Piazza Fratelli Carlo E Giovanni Molinari

In piazza i palloncini volano per Gheorg: «Un guerriero, ora nuota tra le nuvole»

A Fiorenzuola l'ultimo saluto al 19enne strappato alla vita a pochi mesi dal diploma. Il dolore dei genitori, degli ex compagni di scuola e della squadra di nuoto

I pianti e gli applausi mercoledì mattina risuonavano in una piazza Molinari silenziosa. Alle 11 chi è passato di fronte alla Collegiata di Fiorenzuola, si è fermato e si è unito al dolore di papà Stefano e mamma Nataliya, i genitori di Gherog Gnecchi, 19enne strappato troppo presto alla vita da un male scoperto circa un anno fa. Attorno ai famigliari del giovane tanti amici, ex compagni di scuola, ex insegnanti e compagni della squadra di nuoto. La chiesa li ha contenuti tutti stamattina per l’ultimo saluto al fiorenzuolano che ha fatto in tempo a diplomarsi quest’estate, all’Istituto Tecnico “Mattei”, e che tanto avrebbe voluto vivere ancora per portare avanti i suoi sogni. Sogni volati in cielo dove ora «Gheorg nuoterà tra le nuvole come solo lui sa fare», per riprendere le parole pronunciate nel dolore, da chi lo conosceva, a fine celebrazione.

Ad “accompagnarlo” simbolicamente sono stati tanti palloncini bianchi, lasciati salire verso l’alto dai suoi amici. Amici che non stanno «vivendo una passeggiata ma forse la prima tragedia» della loro vita, ha detto monsignor Giuseppe Illica durante l’omelia. «Spero che possiate pazientemente ritrovare Gheorg e sentirlo nella vostra vita, non solo nella nostalgia ma come una presenza nuova. Non c’è bisogno di distrarsi, ubriacarsi, far finta di niente: dovete essere capaci – ha detto il celebrante ai tanti giovani che a fatica trattenevano le lacrime – di affrontare questa realtà e trovare lui o qualcosa di lui nella vostra vita. Il nostro Dio non ama perdere ma ama trovare».

«Parlare di Dio in questo momento non è facile, in tutti c’è delusione e rabbia per questa storia che si è conclusa così», ha proseguito monsignor Illica. «In mezzo a questa incomprensione Dio ci dice di guardarlo negli occhi, accettare la “sfida” e non scappare, non voltare lo sguardo dall’altra parte». Come il papà Stefano aveva «insegnato a Gheorg quando veniva preso di mira da alcuni suoi compagni – ha raccontato il parroco -: “Quando ti aggrediscono non scappare ma fermati a guardargli negli occhi”. Dobbiamo fare così anche noi: non scappare davanti a Dio e guardarlo negli occhi, come ora starà facendo Gheorg».

Poi i ricordi degli amici e di chi lo conosceva: «Ci ha lasciati molto presto lasciando un vuoto incolmabile dentro di noi, nel nostro cuore. Ricorderemo sempre la tua anima umile: non abbiamo trovato un amico ma un tesoro. Avevi voglia di andare avanti contro questa brutta malattia che ti ha portato via da noi. Hai sempre dato te stesso per dare la tua felicità agli altri. Mancheranno la tua risata contagiosa che rallegrava la giornata, mancheranno le pause che ci chiedevi di fare quando eravamo in giro per riprendere fiato. Anche se non ci sei più non ci scorderemo mai della persona buona che eri». E ancora: «Eri, sei e rimarrai per sempre nei nostri cuori. Ci sono tante cose su di te da riempire libro: eri una persona semplice, pura di cuore come un diamante che brillerà nei nostri cuori. Eri e rimarrai un guerriero, nuota tra le nuvole come solo tu sai fare».

I RICORDI SUL SITO DELLA SCUOLA

«Caro Gheorg, vogliamo ricordarti così, allegro e spensierato alla cena di fine anno...quando abbiamo ripercorso tutti i momenti trascorsi insieme e condiviso i sogni e i progetti. Cercheremo di portare sempre in noi il tuo coraggio e la tua gentilezza» - I compagni e gli insegnanti della 5A e 5 B mecc ITT.

«Si ricordano in molti come fu realmente uno dei ragazzi più dolci che abbia mai conosciuto, coraggioso ad ogni ostacolo, rispettoso con tutti e sempre con un sorriso sul suo viso. Ha sempre tenuto testa alta in ogni cosa, anche al suo peggiore incubo che ha incontrato nell’ultimo periodo. Ho imparato molte cose da lui grazie al suo carattere premuroso. In questi 13 anni insieme a lui posso confermare con certezza che lui è stato un grande fratello» - Alessio Montesano.

«Ho affiancato Gheorg durante lo scorso anno scolastico: ho conosciuto un ragazzo semplice, sensibile, molto legato alla famiglia e agli amici. Ricordo il suo sorriso pieno di soddisfazione e di orgoglio all’uscita dall’esame orale di maturità: con la sua determinazione e il suo coraggio è riuscito a raggiungere il traguardo che si era prefissato dal primo giorno di scuola, affrontando le difficoltà quotidiane senza abbattersi ma con la voglia incondizionata di farcela. Non mollare mai, gioire delle piccole cose, lottare per ciò che si vuole: ecco cosa mi ha insegnato Gheorg durante il tempo trascorso insieme» - Prof. Alberto Toma.

«Ricorderò sempre con affetto i cinque anni passati assieme, la semplicità e la simpatia con cui affrontavi le mattinate di scuola. Un abbraccio Gheorg!» - Prof. Matteo Mandrini.

«Quando un drammatico destino strappa un giovane dal percorso di vita che ha appena iniziato a compiere, si resta attoniti, increduli, addolorati. Gheorg è cresciuto nella nostra scuola fino ad arrivare al diploma, una meta resa difficile dalla grave malattia che lo aveva colpito. Gheorg si era impegnato per raggiungere il suo obiettivo, dimostrando a chi invece si lascia trascinare dalla scarsa volontà, che si può essere determinati nonostante le avversità. Grazie Gheorg di questo insegnamento, che sicuramente chi ti ha incontrato porterà nel cuore. Tutta la comunità scolastica del Mattei esprime il proprio cordoglio in questo momento di grande dolore» - Il Dirigente scolastico dott.ssa Rita Montesissa.

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