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Bando under 40 per vivere in montagna: 42 le domande accolte nel Piacentino

È Vernasca il paese che si è visto finanziare dalla Regione più domande per acquistare o ristrutturare casa in Appennino: sette. Poi Gropparello e Bettola con sei

Sono complessivamente 42 (su 129 che avevano i requisiti) le domande finanziate dalla Regione Emilia-Romagna per quanto riguarda il bando rivolto agli under 40 che vogliono vivere in montagna. La Regione aveva promosso nel 2020 la possibilità di acquistare o ristrutturare la prima casa per i residenti dei comuni dell’Appennino. 

Delle 42 che hanno ottenuto l’ok, quindici riguardavano l’acquisto di case, nove le ristrutturazioni e diciotto per chi ha chiesto il contributo per entrambe le cose: da Bologna verrà elargito, in totale, un milione e 215mila euro.

Il paese che ha ottenuto più finanziamenti è stato Vernasca, in Alta Valdarda, con 7. Poi Gropparello e Bettola con 6. Farini ha ricevuto 4 domande, Travo e Ferriere con 3. Alta Val Tidone, Cerignale, Coli, Morfasso, Ottone. Una domanda per Bobbio, Piozzano, Corte Brugnatella.  

In tutta la regione sono 341 le giovani coppie o famiglie coinvolte dal progetto. È di 28.500 euro l’importo medio assegnato a fondo perduto, a beneficio di nuclei con figli nell’80% dei casi, per un’età media di 32,5 anni. Il finanziamento potrà mobilitare investimenti per almeno altri 10 milioni di euro: dunque, anche un’iniezione significativa di risorse a beneficio dell’economia dei territori montani, grazie ai cantieri che si apriranno per gli interventi necessari, nel 93% dei casiBANDO MONTAGNA PER COMUNE-2 realizzati da imprese locali. E in questa prima fase, sono stati premiati i nuclei che hanno deciso di insediarsi nei comuni più svantaggiati.

Altri 10 milioni di euro sono già previsti per il 2021, inseriti nel Bilancio di previsione dall’esecutivo regionale. L’obiettivo: dare risposta ad un'altra fetta cospicua delle tante domande arrivate: 2.310 in totale quelle ammissibili. Numeri che confermano il forte interesse in atto per l’Appennino. Un’inversione di tendenza da parte soprattutto dei giovani su cui può aver influito anche l’emergenza Covid, ma che più in generale rivela la ricerca di uno stile di vita più sostenibile. 20 milioni, con l’obiettivo di reperire altre risorse. «Abbiamo davvero colto un’esigenza reale – ha dichiarato al riguardo il presidente Stefano Bonaccini - quando, alcuni mesi fa, decidemmo di sostenere le aree montane favorendo chi avrebbe deciso di viverci, rivolgendoci soprattutto alle famiglie e alle giovani coppie. La montagna per noi è una priorità: territori fondamentali da un punto di vista ambientale, ricchi di storia e di tradizioni, che scontano uno svantaggio che vogliamo colmare. Abbiamo deciso di confermare il taglio dell’Irap per le imprese e le attività economiche nei comuni dell’Appennino, mettendoci altri 24 milioni di euro, poi investimenti per il digitale e per chi vive in queste aree. Per promuoverne uno sviluppo equilibrato e di qualità, creare occasioni di lavoro, spingere sulla crescita e lo sviluppo sostenibile». In questa prima parte di domande finanziate, sono state premiati i progetti dei nuclei familiari che hanno inteso insediarsi nei comuni appenninici più svantaggiati.

Il bando ha previsto contributi a fondo perduto da un minimo di 10 mila euro, a un massimo di 30 mila euro e comunque non superiori al 50% delle spese sostenute in caso di acquisto dell'immobile e, in caso di ristrutturazione, al 50% dell’importo lavori e alla somma non portata in detrazione fiscale. I destinatari erano i nuclei famigliari in cui almeno uno dei componenti (ad esclusione dei figli) sia nato dopo il 1 gennaio 1980 (età massima 40 anni) e abbia la residenza anagrafica in Emilia-Romagna o comunque svolga un’attività lavorativa esclusiva o principale nel territorio regionale. Tra i requisiti anche l’Isee inferiore a 50mila euro se relativo a un nucleo già formato, e fino a 60mila per nuclei da formare.

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