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Sicurezza

«Gli strumenti non letali funzionano. Manca invece ancora una punizione giusta ma severa»

Il segretario regionale del sindacato di Polizia Siap dopo i fatti di cronaca: «Una certa politica permissiva e buonista ha sminuito la presenza silenziosa dello Stato»

In questi ultimi giorni a Piacenza il tema sicurezza è al centro del dibattito cittadino. Diversi sono gli episodi anche gravi avvenuti in centro, a iniziare da quello più eclatante che si è verificato in via Scalabrini dove una donna è stata violentata in mezzo alla strada. Qualche giorno dopo, poi, un'altra aggressione a sondo sessuale ai danni di una 20enne.
L'altra sera, invece, polizia e carabinieri hanno fatto uso di strumenti non letali - spray al peperoncino e taser - per gestire due situazioni potenzialmente complicate dall'uso di sostanze stupefacenti e dall'abuso di alcol.

Al riguardo interviene il segretario regionale del sindacato di polizia Siap, Sandro Chiaravalloti.
«Senza questi strumenti - sottolinea subito Chiaravalloti - sarebbe stato necessario l’uso della forza, con le inevitabili conseguenze fisiche. Da una parte si nota quindi, in questi casi, come gli interventi di polizia continuino incessantemente ad aumentare e, dall’altra parte, come certi strumenti siano determinanti per evitare conseguenze peggiori per i colleghi e per chi deve essere fermato nel compiere atti delinquenziali».

«Questi strumenti, come si vede, funzionano ma purtroppo sono arrivati in dotazione con grande ritardo per colpa dei "ben pensanti". La questione più importante da evidenziare è però ancora un'altra: usare violenza contro i rappresentanti dello Stato non fa paura. Del resto, per reati ancor più gravi, le pene sono ridicole». 

«In questo periodo elettorale continua incessantemente l’interesse per la sicurezza e, a fronte di alcuni recenti gravi avvenimenti, come le violenze carnali, attraverso il comitato dell’ordine e sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto di Piacenza, ancora una volta la strategia è stata quella dell’apparire e non dell’essere. Si continua a puntare sulla presenza delle forze di polizia – che sia chiaro, resta fondamentale – con strategie che, come noto, non possono durare nel tempo: i cosiddetti controlli straordinari, che sono solamente provvedimenti spot e brevi, e che non incantano più nessuno. E i cittadini lo hanno compreso». 

«In questo Paese continua a mancare la presenza silenziosa dello Stato, quella presenza che ti fa comprendere che se fai intervenire lo Stato, attraverso le sue forze di polizia, paghi il prezzo e lo paghi bene. Ma una certa politica permissiva e buonista ha sminuito questa presenza silenziosa. Si parla spesso, e forse per evitare il vero problema, delle giuste misure per il recupero del responsabile di un reato, perdendo però di vista il fatto che la prima misura per il recupero del reo è la punizione. Punizione, sia chiaro, democratica, ma severa, grazie alla quale delinquere diventa sconveniente».

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