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Domenica, 28 Aprile 2024
Il confronto

Il Pnrr per la scuola tra dubbi e opportunità per una nuova didattica

Il confronto promosso da “Liberi” sulla scuola del futuro

“Piacenza fa scuola -un territorio al servizio dell’innovazione”: con una articolata tavola rotonda su questo tema si è concluso il ciclo di tre serate su scuola e Pnrr promosso dall’associazione “Liberi” presso l’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Proprio il presidente della Fondazione, Roberto Reggi, in qualità di relatore, ha ricordato alla numerosa platea intervenuta, l’intenso lavoro di sussidio all’innovazione scolastica svolto in questi anni dall’ente di via Sant’Eufemia, con interventi per la promozione di biblioteche innovative, la promozione della musica, la nascita di Bottega Xnl come modello per un apprendimento attraverso maestri.

Prima di lui Mauro Monti, dell’associazione Liberi, aveva messo in luce la difficoltà che gli Enti Locali hanno a gestire i fondi Pnrr, soprattutto quelli per la costruzione di nuove scuole, investendo su una progettazione veramente innovativa, basata sull’idea che la bellezza di un edificio scolastico è fattore di aiuto agli apprendimenti. «Per questo - ha commentato Reggi - la Fondazione potrebbe in futuro sostenere progettazioni che vadano nella direzione di promuovere una vera didattica innovativa. Lo abbiamo già fatto aiutando con 600mila euro undici Comuni a progettare per i bandi Pnrr e quell’aiuto ha fruttato 35 milioni di finanziamenti portati a casa».

Critico sulla gestione centrale dei fondi Pnrr destinato alle scuole è stato Giovanni Zavattoni, segretario Flc Cgil, che ha lamentato, tra l’altro, una scarsa trasparenza sui criteri di assegnazione delle risorse. Giudizio invece complessivamente positivo sull’annunciata riforma degli istituti comprensivi in città. «Sono naufragati in passato perché mancavano le strutture adatte; oggi, con la costruzione delle nuove scuole, si creano le condizioni. Bisogna però che siano per un effettivo miglioramento della qualità delle nostre scuole e non solo un’operazione di ‘taglia e incolla’ di tipo burocratico».

Nella prima parte della serata avevano avuto spazio tre narrazioni di esperienze didattiche innovative del nostro territorio. Rossana Galvani e Daniela Monti, genitori dell’istituto comprensivo di Pianello, hanno presentato il percorso di formazione alla partecipazione che partendo dai bambini delle scuole per l’infanzia arriva fino a coinvolgere i genitori, percepiti finalmente dalla scuola come una risorsa e non una controparte. Federica Bassi, docente a Rottofreno ha descritto il percorso che la sua scuola ha fatto per realizzare alcune innovazioni nella organizzazione dei tempi della didattica, con una cura particolare per aprire spazi di aiuto a chi fa più fatica, secondo una logica che lei stessa ha definito di “alta personalizzazione”.

Salvatore Mortilla e Daniela Scaglioni dell’istituto Romagnosi hanno presentato la loro esperienza di scuola Fair Trade, un progetto di impresa scolastica simulata, scaturito dalle relazioni internazionali con scuole collegate tramite i progetti Erasmus, che intende formare e sostenere a valori come quello del consumo consapevole e del commercio equo e solidale.

Ancora Monti, tornando ai temi delle nuove scuole, ha citato esperienza virtuose nate Italia come quella di Torino dove soggetti privati si sono fatti carico della completa ristrutturazione di due scuole cittadine secondo criteri di efficienza e di bellezza e con risultati sorprendenti. «Siamo ad un tornante importante per le nostre scuole, ha detto ancora Monti, dove molte sono le opportunità, ma anche alti i rischi di spreco delle risorse pubbliche. Lo abbiamo visto dove interventi di miglioramento antisismico degli edifici li hanno decisamente peggiorati dal punto di vista della fruibilità didattica. La risposta possibile è solo nella capacità di far dialogare tutti i soggetti coinvolti a vario titolo e di coinvolgerli nella progettazione degli interventi».

Le conclusioni della serata sono state tratte da Massimo Trespidi che ha ricordato che proprio la volontà di tenere accesi i riflettori sulla scuola facendo dialogare più soggetti sia all’origine della iniziativa di Liberi. «Oggi più che mai la politica esige di uscire dagli steccati, per aprire spazi di vero dialogo». In questo senso Trespidi ha annunciato il nuovo fronte di confronto che le iniziative dell’associazione intendono aprire: «Vogliamo promuovere momenti dedicati all’approfondimento del disagio giovanile, fenomeno in esponenziale crescita, e ad un nuovo welfare in grado di intercettare e aiutare quel disagio».

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