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Imperatore e Papa: due Sòli indipendenti con pari dignità, ciascuno nel suo ambito

Il pensiero politico di Dante illustrato dal professor Maurizio Dossena

La Dante Alighieri piacentina proseguendo nel recupero del programma culturale bloccato nei mesi scorsi dalla emergenza pandemica, ha proposto, nella sede della Famiglia Piasinteina, il pensiero del prof. Maurizio Dossena sulla teoria dei due Sòli, concezione politica medievale e scolastica che vedeva l'autorità papale e quella imperiale di pari dignità, ma riferite ad ambiti diversi. Il senso generale dell’intervento del prof. Dossena si è basato sulla tesi che l'idea politica di Dante, pur nella suaMaurizio Dossena-2 peculiarità e nella personale visione delle cose - che egli peraltro alimenta con un intenso studio della Scrittura, degli autori antichi più qualificati, dei Padri della Chiesa, degli autori medievali e della Scolastica -, è sostanzialmente una visione medievale della politica, nella distinzione fra il recte scire - prerogativa del Papa, Vicario di Cristo, a cui compete il compito di guidare gli uomini alla felicità celeste, basata sull'osservanza della Legge di Dio e dei Comandamenti - e il recte agere, prerogativa dell'autorità civile, dell'Imperatore, cui compete la felicità temporale, il mantenimento della pace e della giustizia terrene. Due “sòli”, dunque, ciascuno dotato di luce propria, ciascuno voluto da Dio per illuminare la vita degli uomini.

La trattazione di Dossena ha preso avvio da quell'episodio determinante costituito dall'incoronazione di Carlo Magno la notte di Natale dell'anno '800 ad opera di Papa Leone, episodio comunque emblematico ancorché contrassegnato da diversi punti interrogativi (Carlo consapevole? pre-informato? oppure ignaro?, concorde oppure “obtorto collo”?).  Un “rituale” non certo improvvisato e nel quale ognuno altri attori della solenne cerimonia, aveva una sua parte precisa, particolarmente il popolo romano: da lì tutto lo sviluppo dell'idea medievale della cosa politica, con diverse polarizzazioni e anche con non pochi contrasti, sempre, comunque, in funzione dell''unità.

La trattazione di tale importante aspetto della vita e della mentalità medievali è stata nuova occasione, da parte del relatore, per sottolineare la negatività viziata di ideologia settecentesca illuminista di una certa inquadratura riduttiva del Medio Evo, che gli autori più obiettivi e tradizionali identificano invece nella societas christiana pienamente equilibrata.

Da Giustiniano, dunque, tenendo conto della Donazione di Costantino, giungiamo all’esperienza del Medio Evo cristiano, ove si confrontano, non sempre pacificamente, la teoria dei due sòli con quella del sole e della luna, con “estremisti” quali Innocenzo III, da un lato, Federico II di Svevia dall’altro. La trattazione si è avvalsa di importanti citazioni di studiosi dell’idea politica medievale, in particolare Paolo Brezzi, R.W. e A.J. Carlyle, Etienne Gilson.  Il relatore ha colto l’occasione per sottolineare come la visione dantesca delle due autorità risulti senz’altro preziosa anche all’epoca attuale, viste le negatività risultanti dalle sovrapposizioni di àmbito.

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Mercoledì 3 novembre nuovo appuntamento della Dante: a Palazzo Galli-Banca di Piacenza alle ore 16,30 con la conferenza della prof. Cinzia Susanna Bearzot sul tema “Noi e gli antichi: un rapporto da preservare”.

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