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Mal di testa, riorganizzata la risposta delle Ausl ad un problema comune a molti

La Regione aggiorna il Piano Cefalea e predispone il progetto per contrastare una malattia sociale debilitante

Una patologia che può compromettere in modo serio la salute e la qualità della vita delle persone. La cefalea primaria cronica - riconosciuta come malattia sociale dalla legge nazionale numero 81 del 2020 -, nel 70% dei pazienti può degenerare anche nella Cefalea da uso eccessivo di farmaci (MOH: Medication Overuse Headeache). È una malattia neurologica che affligge soprattutto il sesso femminile e rappresenta una patologia fra le più disabilitanti secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Global Burden of Disease Study, 2017): «Nel mondo si stima il 12% delle persone soffre di cefalea cronica, in Italia parliamo di 8 milioni di persone, in prevalenza donne».

E proprio per contrastare gli effetti di questa patologia, la Giunta regionale ha approvato nei giorni scorsi un progetto per l’innovazione dell’assistenza delle persone affette da cefalea primaria cronica che pianifica una serie di interventi innovativi da realizzare e potenzia i servizi già in essere. In tutto sono a disposizione oltre 840mila euro per il biennio 2023-2024, assegnati all’Emilia-Romagna da un decreto ministeriale predisposto lo scorso marzo dopo l’approvazione della legge n. 81 del 2020.

Gli obiettivi principali del progetto regionale prevedono: lo sviluppo della telemedicina, il contrasto all’uso eccessivo di farmaci antidolorifici grazie alla consulenza di specialisti, l’attivazione su tutto il territorio regionale della promozione dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali (Pdta) già attivati a Bologna e Reggio Emilia; la promozione dell’informazione rivolta ai cittadini in collaborazione con le associazioni dei pazienti. Inoltre la Regione intende monitorare l’utilizzo dei farmaci, studiare gli effetti delle terapie più innovative, valutando altresì l’impatto sui servizi sanitari.

«Con questo provvedimento ci rivolgiamo ai pazienti con cefalea primaria cronica diagnosticata, mettendo a loro disposizione le migliori risorse del sistema sanitario regionale - spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Da un lato strumenti innovativi quali la telemedicina e la cartella elettronica che favoriscono la presa in carico dei pazienti cefalalgici e la riduzione dei tempi di attesa; dall’altro la nostra organizzazione territoriale, in grado di intercettare subito, con i medici curanti, le Case della Comunità e i Cau, i casi da trattare e se necessario da segnalare ai centri regionali specialistici. Quello della cefalea è un problema spesso sottostimato, per questo opereremo insieme alle associazioni dei pazienti per prevenire l’abuso di farmaci di automedicazione che, pur dando un sollievo immediato, possono nel lungo periodo creare complicazioni per la salute».

Il nuovo Piano regionale, che aggiorna quello del 2013 anche alla luce dei recenti progressi scientifici, prevede per esempio l’uso di anticorpi monoclonali antiCGRP per l’emicrania cronica, quando i farmaci standard non sono risolutivi. I medici curanti e i neurologi possono in questo caso utilizzare il teleconsulto per contattare gli specialisti regionali abilitati alla prescrizione di anticorpi e la telemedicina per le visite periodiche, necessarie a verificare gli effetti della terapia e il monitoraggio tramite registro Aifa. Il nuovo modello presta poi particolare attenzione al ruolo dello psichiatra e dello psicologo che andranno inseriti nel percorso di presa in carico, mentre il farmacologo clinico dovrà contribuire a prevenire gli eventuali abusi di farmaci. Un’altra nuova figura, introdotta con successo dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena e da estendere su tutto il territorio regionale, qualora la sperimentazione di questo modello assistenziali risulterà efficace, sarà quella dello specialista on call: uno specialista disponibile per un consulto telefonico per medici curanti e neurologi territoriali con un numero dedicato.

I DATI SULLA CEFALEA

Un recente studio condotto in provincia di Bologna e pubblicato dalla rivista Cephalgia ha coinvolto 16.577 persone. I risultati evidenziano come circa il 3% della popolazione presenta una cefalea per 15 o più giorni al mese e che un iperuso di analgesici (ossia un utilizzo di analgesici per cefalea per 15 o più giorni al mese) si riscontra in circa l’1% della popolazione generale: di questi Il 58% utilizzava Fans, il 27% triptani, il 15% farmaci di combinazione o analgesici. Lo studio è stato realizzato da ricercatori dell’Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna, dell’Università di Bologna e di Parma, dell’Ausl di Bologna. La cefalea insorge spesso nell’infanzia o nei primi anni dell’adolescenza e affligge buona parte della vita di chi ne è affetto, e per questo è da considerare una malattia cronica. Il sesso femminile è più colpito, in un testo del 2018 cura dell’Istituto Superiore di Sanità - intitolato “Emicrania: una malattia di genere” - si legge che l’emicrania colpisce il 12% degli adulti in tutto il mondo con una prevalenza tre volte maggiore nelle donne. La terza edizione dell’International Classification of Headache Disorders, uno studio realizzato dall’International Headache Society, ha attestato come l’emicranica cronica presenta nel 70% circa dei pazienti una complicanza importante definita come Cefalea da Uso Eccessivo di Farmaci (MOH: Medication Overuse Headache). Il Moh è un mal di testa che si verifica per 15 o più giorni al mese, per più di 3 mesi, e si sviluppa come conseguenza di uso eccessivo di farmaci destinati al trattamento dell’attacco acuto. Per "uso eccessivo" si intende l’uso per più di 10 giorni al mese di triptani, ergotamina, oppioidi, analgesici di combinazione, o più classi di farmaci usati contemporaneamente; oppure l’uso per più di 15 giorni al mese di analgesici semplici. Gestire il MOH non è facile: occorre sospendere il farmaco abusato, trattare i sintomi di astinenza, avviare una terapia preventiva e individuare infine un farmaco alternativo.

I RISULTATI ATTESI

La Regione potrà contare su una rete di professionisti già operanti e sui Centri Cefalee presenti a Bologna, Modena, Parma, Reggio Emilia e Ravenna. Qui sperimenteranno i servizi di telemedicina valutando la possibile trasferibilità nelle restanti province e spostando in digitale le visite di controllo, con la riduzione delle liste di attesa. Sarà strutturato un percorso innovativo multidisciplinare di presa in carico, volto a contrastare l’abuso di farmaci e il conseguente Moh con l’introduzione dello psicologo-psicoterapeuta nei Centri Cefalee e successivamente in tutte le province della Regione. Sarà implementata la rete regionale tramite la produzione di Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali cefalee in tutte le Aziende sanitarie regionali. Si conta poi di ridurre la prevalenza di cefalee croniche resistenti ai farmaci – dopo averle definite e quantificate - grazie alle terapie avanzate eseguibili nei Centri Cefalea. Infine ci si propone un’analisi delle risorse necessarie all’implementazione futura della rete cefalea.

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