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Per anni nella Cri piacentina

La voglia di cambiare anche a 57 anni «per vivere e lavorare in montagna»

Dalle ambulanze del Piacentino a quelle di Pinzolo e Tione. Massimiliano Meles nei mesi scorsi ha fatto una scelta di vita, trasferendosi in Trentino: «Il Covid ha contribuito molto in questa scelta, volevo cambiare aria»

Dalle ambulanze della Croce Rossa del Piacentino a quelle del Trentino. Massimiliano Meles, prima volontario e poi dipendente della Cri, nei mesi scorsi ha fatto una scelta di vita, trasferendosi a Pinzolo, una delle località più note della montagna trentina.

Dal 1° gennaio di quest’anno è in servizio come autista soccorritore presso il 118 dell’ospedale di Tione (vicino a Pinzolo, Trento), unità operativa di Tione. In precedenza era stato un volontario (dal 2010 al 2014) della Croce Rossa di Piacenza. Quando il 118 locale ha spostato la sua sede a Parma, Meles – che abitava a Piacenza - venne assunto e impiegato prima a Rottofreno-San Nicolò e poi a Roveleto di Cadeo.

Come mai questa decisione? «Il Covid ha contribuito molto in questa scelta - spiega Meles - volevo cambiare aria. È stato abbastanza pesante gestire la prima ondata di pandemia a Piacenza. Poi, lo sanno un po’ tutti, sono molto legato alla montagna». Meles, sciatore provetto, è ancora il presidente della Fisi provinciale, la federazione italiana sport invernali. «Sono a fine mandato con la Fisi, non potevo più ricandidarmi, ora darò una mano al Consiglio lombardo regionale della Fisi, il Trentino è sotto quella giurisdizione. Insomma, unisco l’utile al dilettevole: lavoro e nel tempo libero mi faccio le sciate».

Meles, perché dice che il Covid è stato molto pesante per lei? «Non eravamo pronti, nessuno di noi sapeva a cosa stava andando incontro nelle prime settimane della pandemia. In tutto questo tanti mettevano in dubbio quello che succedeva. La situazione è stata brutta: nei primissimi giorni cercavo di avvisare amici e conoscenti, avvertirli del dramma che stava incombendo. Purtroppo in quelle giornate di lotta sono state prese anche decisioni drastiche. Insomma, dopo tutto ciò, avevo proprio voglia di cambiare, anche a 57 anni».

C’era l’opportunità di entrare a far parte anche del 118 di Piacenza, ma Meles non intende cambiare soltanto la casacca, svestendo quella della Croce Rossa. «Sono molto contento della scelta che ho fatto. La famiglia era titubante, invece adesso hanno capito. La carta d’identità dice che sono nato a Piacenza, ma vengo a Ferriere da 52 anni. Sono un montanaro, perciò ho deciso di andare a vivere e lavorare in montagna».

Il tecnico di soccorso Meles, che frequenta da una vita l’Alta Valnure nel tempo, conosce bene la montagna “povera” del nostro Appennino. E quella turistica e “ricca” del Trentino, è ben organizzata? «Anche là siamo sotto organico come personale medico e infermieristico, ci sono difficoltà. Però in estate la comunità di Pinzolo coinvolge un infermiere professionale che opera sul territorio, grazie al contributo di tutti i volontari. Forse c’è qualche mezzo in più, necessario per il territorio montano: di notte due elicotteri sono sempre a disposizione di tutta la regione. In Emilia abbiamo solo un elicottero da Bologna, altrimenti deve arrivare da Milano o Brescia, Però le competenze sono le medesime, forse c’è più interazione tra tutti i protagonisti del soccorso a causa delle difficoltà provocate dal territorio montuoso».

D’estate il numero di presenze aumenta vertiginosamente. Il turismo è determinante per l’economia locale. «Praticamente in ogni intervento - aggiunge Meles - partecipano anche i vigili del fuoco. Ogni comune di questa zona ha un gruppo di residenti che sono volontari dei vigili del fuoco, preparati. Interrompono subito il proprio lavoro, si vestono da pompieri e partono per aiutare i soccorsi. Ci appoggiamo molto a loro, perché conoscono bene, palmo a palmo, il territorio».

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