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Mercanti di piazza Casali, tra no al trasloco e incognita sul ritorno: «In attesa da anni, servono certezze»

L’ipotesi di spostamento temporaneo in via Alberici non contemplata da parte degli storici commercianti del mercato rionale: «Non vogliamo andare ad intralciare i colleghi, la nostra clientela è qui»

«Sono anni che siamo in attesa, il trasloco in via Alberici è la prima cosa che ci avevano proposto e avevamo già detto di no». A parlare - dal bancone del bar fondato dal padre oltre 65 anni fa – è Stefano Piazza, uno degli storici commercianti attivi nel Mercato Rionale cittadino di piazzetta Casali. All’indomani dell’aggiornamento del cronoprogramma presentato dal Comune per la riqualificazione dell’area di piazza Cittadella - con l’avvio del cantiere per la costruzione del nuovo mercato, previsto a inizio 2022 (sedici i mesi di lavori) - l’ipotesi di un trasferimento temporaneo dei banchi nella sede di via Alberici, avanzata dall’amministrazione, non sembra essere contemplata dalla maggior parte degli interessati. A partire da Stefano Piazza: «Non c’è sufficiente spazio e poi non vogliamo andare ad intralciare i colleghi che lavorano là, la nostra clientela è qui. Se il mercato chiude, io chiudo».  A pesare di più, spiega il commerciante, è la situazione di “stallo” in cui si sentono fermi da troppo tempo: «Gli ingressi di nuove attività sono stati bloccati tre anni fa, quindi non c’è stato alcun ricambio, lentamente siamo diminuiti e ora siamo rimasti in sette. In questi anni abbiamo visto già quattro progetti, avevamo anche fatto una nostra proposta, presentando un progetto di riqualificazione dell’immobile che non prevedeva la demolizione, molto meno costoso, ma è stato scartato. Non abbiamo sicurezze neppure per dopo, perché anche se mi spostassi e tornassi qui a lavori fatti, non c’è nulla di scritto che dichiari che avrò il posto; al momento non sono in grado neppure di cedere l’attività perché non posso garantire all’acquirente che resterà qui».

              Valter Peverali con la figlia-2

«Sposo quello che ha detto lui su tutta la linea» aggiunge Valter Peverali, affiancato dalla figlia al banco della macelleria: «Come posso spostare questo banco - che ha 40 anni - in via Alberici, pensando magari di spendere 30mila euro, per poi andar via dopo due anni? Se qui chiudono aspetteremo e valuteremo cosa fare quando il nuovo mercato sarà pronto». «Non è stato fatto abbastanza per mantenere in buone condizioni questa struttura – aggiungono Maria Grazia Repetti e il nipote Andrea Berselli, della panetteria Repetti. «Dovrebbero mettere a posto l'edificio, senza pensare di dover rifare tutto, la riqualificazione costerebbe un centesimo rispetto alla ricostruzione». Il trasloco temporaneo non è nei loro progetti: «Ognuno farà come crede e poi si vedrà alla riapertura, ma dovremmo poter avere una certezza sull’occupazione del posto in futuro». Più possibilista Paolo Ielmoni, titolare dell’ortofrutta: «Siamo in balia degli eventi, da una parte o l’altra devo andare avanti, vedremo cosa fare quando sarà il momento».

                Andrea Berselli e Maria Grazia Repetti-2

Eugenio Montanari, dell'omonima salumeria, ha ereditato il banco dei genitori: «Siamo aperti dal 1956, piazza Casali ha ospitato fino a 40 attività commerciali, tanti hanno ancora in mente quanto era bello venire qui e me lo fanno presente». Anche dal suo punto di vista il trasferimento nell’altro mercato è «una proposta che non si può accettare, anche per rispetto dei mercanti presenti, che magari già faticano da soli ad andare avanti, oltre che dal punto di vista economico; pure se ci venissero incontro sarebbero comunque “cifre” da spendere, a cui aggiungere altre spese per rispostarsi in un secondo tempo, non conviene».

              I dipendenti della salumeria Montanari-2-2

«Non possiamo dire di non aver avuto contatti con l’amministrazione, il difetto è che non siamo mai andati al dunque - aggiunge - non abbiamo più tempo da aspettare, come commercianti abbiamo sicuramente ricevuto tanto dal mercato coperto in tutti questi anni, ma abbiamo anche dato tanto, anche come impegno economico. Servono certezze, dobbiamo sapere come programmare il futuro: c’è chi è ancora giovane e ha davanti tanti anni, chi in pensione e vuole cedere l'attività». Sull’incognita di una possibile prelazione nel nuovo mercato, Montanari è fiducioso: «Sono sessant’anni che siamo lì, la volontà di rinnovare le nostre concessioni c’è e credo che in un modo o nell’altro si farà. Noi puntiamo però ad avere delle certezze sulle tempistiche, che sembrano non esserci. Potrei anche dire “chiudo”, però mi spiace perché potrebbero proseguire i miei dipendenti. Qui ci sono dei commercianti di livello alto, tutti lavorano, è importante salvaguardare questa dimensione, anche per una questione di comunità». «Sono 50 anni che faccio spesa qua – spiega una cliente di passaggio tra i banchi – è un rapporto famigliare». «Io vengo tutti i giorni - aggiunge un’altra - ci sono tanti anziani che passano a bere il caffé, fare due chiacchiere, perderlo sarebbe un vero disagio».

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