rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Le polemiche

Peste suina, «La Provincia si sfila dalla gestione della cabina di regia»

Maloberti: «Settore in ginocchio, perché si aspetta il 7 marzo per il primo incontro? Patelli non vuole confrontarsi». Foti: «Le linee commissariali non vengono applicate dalla Regione»

La Provincia ha dato l’ok per la costituzione di una cabina di regia provinciale per la gestione congiunta dell'emergenza peste suina africana, «situazione che potrebbe avere pesanti conseguenze sull’economia e sull’occupazione locali», fa sapere lo stesso ente, guidato dalla presidente Monica Patelli. Questo dopo la richiesta di quasi tutti i sindaci del territorio (non della stessa Patelli, che è prima cittadina a Borgonovo) e di cinquanta imprenditori del settore suinicolo locale.

«Si riconosce - ora annuncia la Provincia - l’opportunità di uno strumento che possa veicolare e condividere le istanze del territorio con il Got (Gruppo Operativo Territoriale) e con il Commissario straordinario della Psa, Vincenzo Caputo». Dal punto di vista operativo, la cabina di regia sarà così composta: dal sindaco (o suo delegato) del Comune di Piacenza; dal Presidente (o suo delegato) di ciascuna Unione di Comuni del territorio (Unione Montana Valli Trebbia e Luretta, Unione dei Comuni Bassa Val Trebbia e Val Luretta, Unione Valnure e Valchero, Unione comuni montani Alta Val d’Arda, Unione Montana Alta Val Nure); da un sindaco dei Comuni non aderenti a Unioni che rappresenti la Val Tidone e Val Luretta, da individuare tra i gli amministratori di Agazzano, Borgonovo, Castel San Giovanni, Gazzola, Pianello, Sarmato e Ziano; da un sindaco dei Comuni non aderenti a Unioni che rappresenti la Val d’Arda, da individuare tra i gli amministratori di Alseno, Besenzone, Cadeo, Caorso, Castelvetro, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Monticelli, Pontenure, San Pietro in Cerro e Villanova; da un rappresentante di ciascuna associazione sindacale agricola (Coldiretti, Cia e Confagricoltura); dal coordinatore degli Atc; dalle persone che le associazioni venatorie indicheranno come portavoce; da un rappresentante dei Consorzi dei salumi piacentini; dalla Polizia Locale della Provincia; da un rappresentante di Confindustria; da un rappresentante di Confapi Industria; da un rappresentante delle aziende suinicole piacentine. Le realtà coinvolte devono inviare alla Provincia i nomi delle figure scelte.

Giampaolo Maloberti, consigliere provinciale in quota Lega, sottolinea il fatto che, nella neo costituita cabina di regia, manchi un ruolo politico della stessa Provincia. «Mi sembra chiaro ed evidente - commenta il consigliere - dalla composizione della cabina di regia che la Provincia si sfili da ogni ruolo e responsabilità politica. Tutto ciò chiaramente in linea con la mancata adesione del sindaco di Borgonovo, la stessa presidente Monica Patelli - al documento stilato dopo l’appello degli allevatori. Forse manca la volontà da parte di Patelli a confrontarsi con la Regione su un problema che sta causando danni agli allevatori piacentini, perché non intende raccogliere il grido disperato degli imprenditori che chiedono a gran voce un aiuto? Manca la sensibilità per affrontare un tema complesso, tanto è che la prima riunione della cabina di regia è programmata il 7 marzo, data troppo in là».  

FOTI: «REGIONE INEFFICACE, LE LINEE COMMISSARIALI NON VENGONO APPLICATE»

«Sulla Psa - scrive in una nota Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia - è ora che anche la Regione Emilia-Romagna si assuma le proprie responsabilità, poiché oltre ad esternare le giuste preoccupazioni occorre anche attuare azioni concrete per prevenire il diffondersi della stessa. L’azione del commissario straordinario nazionale Vincenzo Caputo è stata da subito indirizzata a favorire una maggiore quantità di prelievo dei cinghiali così da eliminare il diffondersi della malattia e i risultati sono estremamente positivi in Piemonte e Lombardia, Regioni che hanno seguito le linee dettate dai decreti commissariali. Tali Regioni hanno aumentato infatti, in maniera evidente, il prelievo rispetto alla media rilevata nel periodo 2019/2021: il Piemonte passa da 28.000 capi a 34.000 e Lombardia da 13.000 a 15.500, e ciò nonostante la presenza di zone rosse, cioè di zone precluse all’attività venatoria. Per contro, i dati riferiti all’Emilia Romagna, regione in cui nulla è ancora stato fatto in attuazione delle linee commissariali, il prelievo nel 2023 è drasticamente diminuito, addirittura di due terzi rispetto alla media degli anni 2019/2021, passando da una media di abbattimento di 31.000 capi a quella di meno di 13.500 capi. Un dato, quello sopra citato, esemplificativo della inefficacia delle azioni - o delle non azioni - messe in campo dalla regione Emilia Romagna. Non solo, ma la proclamazione dello Stato di Emergenza Nazionale non aiuterebbe la regolare funzionalità dei distretti suinicoli, mentre lo stato di emergenza a livello locale può supportare con maggiore energia le attività amministrative regionali e locali. Inoltre, come sperimentato nella regione Piemonte, la nomina di un Commissario Regionale quale soggetto attuatore ha dato buoni risultati per l’attuazione delle strategie nazionali indicate dal Commissario Straordinario nazionale alla Psa. Ad evitare inutili polemiche, giova qui ricordare che la nomina di un commissario regionale è di competenza della Regione avendo la stessa in capo la delega sanitaria e, pertanto, è consentita alla stessa la nomina di un commissario che si coordinerà poi con quello nazionale. Per di più, il cosiddetto “modello Sardegna” è già recepito nelle ordinanze del Commissario Straordinario Nazionale, in particolare per quanto riguarda la creazione dei Gruppi Operativi Territoriali (Got) e la formazione di Bioregolatori. Quanto alla questione venatoria è già prevista nel “Piano per l’elaborazione dei piani di eradicazione nelle zone di restrizione da peste Suina Africana” l’implementazione dell’attività venatoria mediante la stipula di Convenzioni con gli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc) e con l’attività dei Bioregolatori che prevedono un’apertura tutto l’anno. Ne segue che di azioni di cui sopra sono già previste per le Regioni e possono essere attuate da subito. Quanto alle recinzioni, alla insoddisfacente strategia intrapresa dalla precedente struttura commissariale, fa da contraltare oggi l’aumento di 200 gabbie (che si sommano alle già 55 consegnate alle Regioni) denominate “Pig Brig” a protezione dei distretti suinicoli, che il summenzionato “Piano” delega alle Regioni di individuare. Queste le azioni che le regioni - Emilia Romagna in testa - possono e devono intraprendere. Poi possiamo anche preoccuparci di polemizzare».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Peste suina, «La Provincia si sfila dalla gestione della cabina di regia»

IlPiacenza è in caricamento