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Venerdì, 26 Aprile 2024
Attualità Castel San Giovanni

Sanità, «I sindaci sembrano svegliarsi solo quando viene toccato il proprio giardino»

Il coordinamento provinciale dei comitati su salute e medicina territoriale: «Il piano di riorganizzazione del 2017 andrebbe profondamente revisionato, lo dimostra la querelle tra il sindaco Fontana e Baldino»

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del Coordinamento provinciale dei comitati su salute e medicina territoriale.

«La polemica tra la sindaca Lucia Fontana (Castel San Giovanni) ed il direttore dell'Asl Piacentina riguardo al trasferimento a Fiorenzuola della riabilitazione di Castelsangiovanni merita alcune puntualizzazioni e amare considerazioni. Se la sindaca Fontana, che è pure presidente della Conferenza Sociosanitaria provinciale (assemblea dei Sindaci), si lamenta della mancata informazione da parte di Asl vuol dire solo una cosa, e cioè che il dialogo tra i due livelli istituzionali è sostanzialmente solo formale. Da quel che si capisce, sulle cose che contano, a decidere è sempre l'Asl che, come “azienda sanitaria” cura in prima battuta i bilanci e solo di riflesso i bisogni sanitari del territorio. La domanda è quindi questa: a cosa serve una Conferenza sociosanitaria dei Sindaci? Questo organismo, come è strutturato ora, è ancora in grado di garantire adeguata rappresentanza ai bisogni di cura dei cittadini e ai bisogni di trasparenza sull’operatività dell’azienda sanitaria? Questo livello istituzionale, creato per dialogare con l'Asl al fine di ottenere dal punto di vista della programmazione della risposta sanitaria, un ascolto delle esigenze del territorio sembra aver perso il suo originale smalto per essersi ridotto ad un luogo di contrattazione di servizi locali in cambio di potere. Per carità non è un meccanismo anomalo purtroppo in questo paese, con la differenza che ciò ricade sulla gestione di un bene prezioso e non negoziabile che è la salute. Ma la responsabilità non è solo di Asl. I Sindaci della Conferenza sociosanitaria sembrano svegliarsi solo quando viene toccato il proprio “giardino”; effetto della fatidica sindrome “NIMBY” che i primi cittadini sono soliti attribuire ai cittadini che invocano il rispetto dei propri diritti. Questa volta è toccato a loro, al Sindaco di Castelsangiovanni che paradossalmente è anche presidente della Conferenza Sanitaria. Eppure, gran parte delle cose attualmente attivate dall'Asl sono il risultato di quel Piano sociosanitario, presentato da Asl nel 2017 che la Conferenza sociosanitaria provinciale (i sindaci appunto) aveva approvato. Era già tutto scritto in quel Piano: che Fiorenzuola sarebbe diventata il centro provinciale per la riabilitazione; che il polo ospedaliero provinciale sarebbe stato incentrato soprattutto sul nuovo ospedale di Piacenza (con conseguente ridimensionamento di Castello, e riduzione di Fiorenzuola a solo centro riabilitativo); già era scritto che Bobbio sarebbe rimasto nella condizione di OsCo (anche se ora i Sindaci della Val trebbia ne rivendicano un potenziamento), ecc.

I Sindaci della Conferenza sociosanitaria sarebbe bene che, invece di stupirsi in continuazione nel vedere gli effetti di quel Piano (da loro votato) sui propri territori, si decidessero a richiederne un cambiamento a favore di un potenziamento della distribuzione territoriale della risposta ospedaliera, senza la quale, tra l'altro, anche la medicina territoriale (case della salute, consultori, presa in carico delle fragilità ecc) sarebbe ridotta ad una semplice riorganizzazione - razionalizzazione dell'attività dei Medici di Medicina Generale.  Su questo, nonostante le evidenti contraddizioni che oggi anche la stessa Presidente della Conferenza sociosanitaria denuncia, da parte dei Sindaci non si vede praticamente nessuna reazione. Ognuno preoccupato solo di difendere il proprio orticello e preservare i propri consensi elettorali. Da anni il Comitati sorti a difesa della salute dei propri territori sollecitano la revisione del Piano. Oggi anche i Sindaci se ne rendono conto. Se ci fosse un minimo di coerenza e di onestà intellettuale quello dovrebbe essere il primo obiettivo su cui concentraci insieme!

Ma sull'attività della Conferenza sociosanitaria è bene sollevare un'altra questione. Come livello istituzionale dovrebbe, nella sua attività, garantire trasparenza e partecipazione del territorio (cittadini sindacati, associazioni). La sindaca Fontana che pretende – giustamente - dall'Asl trasparenza e apertura alla partecipazione, non ha dimostrato altrettanta disponibilità a garantire trasparenza all'attività della conferenza sociosanitaria di cui è Presidente. Partecipare alle riunioni della Conferenza sociosanitaria è diventato oggettivamente difficile. Alle diverse richieste di partecipazione inoltrate come Coordinamento provinciale sulla sanità abbiamo avuto risposte quali: “la piattaforma web non supporta un certo numero di presenze”, oppure “si tratta di riunioni informali”, ecc. Lo stesso sito della conferenza sociosanitaria non viene aggiornato, non permettendo di conoscere per tempo il calendario dei lavori, di visionare gli atti e le eventuali decisioni prese. Esattamente l’opposto di come dovrebbe essere curata l’organizzazione e la trasparenza di un organo pubblico espressamente ideato per tutelare il diritto alla salute dei cittadini.

La vicenda di Castel San Giovanni è solo l’ultimo anello di una catena di incomprensioni fra Sindaci e Azienda Sanitaria che richiede una drastica rivisitazione, ma non nel chiuso delle sale di contrattazione ma a carte scoperte, dove il Piano del futuro sanitario che riguarda tutti i cittadini sia trasparente e partecipato! Questo da sempre chiediamo e che è venuto il momento di discutere! Ultima ma non nuova riflessione: le attuali condizioni di risposta sanitaria del nostro territorio sono valutabili – come abbiamo più volte richiamato – dai ritardi delle liste di attesa per visite, esami, presa in cura. Il lungo periodo di pandemia ha sicuramente pesato sulla capacità di dare queste risposte a patologie non Covid, ma ora la situazione è diventata drammatica. I ritardi si sono accumulati, i depotenziamenti di Fiorenzuola (ormai trasformato in polo riabilitativo) e di Castelsangiovanni, il permanere di Bobbio nella condizione di OsCo, la confusione ed i ritardi che ancora pesano sulla tanto promessa medicina territoriale stanno caricando sul capoluogo piacentino il peso di gran parte della sanità provinciale, con un considerevole e ingiustificato ricorso alla sanità privata. Come coordinamento sanità avevamo inviato, due mesi fa, una lettera a tutti i Sindaci per sollecitare un confronto su questo tema spinoso e per avviare un percorso di inversione di rotta. Purtroppo nessun Sindaco ha risposto o si è dichiarato interessato a questa discussione, salvo poi partecipare a poco credibili manifestazioni di piazza quando viene intaccato il proprio “giardino”, scambiando funambolicamente il ruolo di lotta e di governo…Per fortuna, alcuni consiglieri comunali hanno invece correttamente interpretato la propria funzione di rappresentanza presentando interpellanze ai propri Sindaci, in diversi Comuni della provincia.

A Monticelli il consiglio ha votato a favore con un impegno del Sindaco a intervenire su Asl e riferire al Consiglio comunale sulla questione. A Fiorenzuola l'interrogazione è stata apostrofata dal sindaco come “pretestuosa”. Se ne è parlato anche a Podenzano. Il Consiglio comunale di Piacenza ha messo all'ordine del giorno la discussione sulle liste di attesa per la prossima settimana. La questione delle liste di attesa è materia che, affrontata seriamente e nei giusti termini, può mettere subito a nudo la fragilità di un assetto organizzativo della sanità piacentina (quello votato nel 2017) che richiede di essere ridiscusso. Sono i Sindaci i veri arbitri della partita; basta delegare ad altri le proprie responsabilità».

Coordinamento provinciale dei comitati su salute e medicina territoriale

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