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«Nuovo self-service “pronto” da sei mesi, ora finalmente possiamo aprire»

La scommessa di Patrizia Duranti, titolare del ristorante-caffetteria di via Mazzini, in attesa da gennaio di poter inaugurare l’attività: «Ci abbiamo creduto, in tanti ci hanno detto che siamo stati coraggiosi»

Gli interventi di ristrutturazione sono terminati nel gennaio scorso e l’avvio dell’attività era previsto entro lo stesso mese, «al massimo a inizio febbraio». Tutto da rinviare invece, causa emergenza sanitaria e relativi provvedimenti restrittivi, che hanno prolungato fino ad oggi l’attesa di Patrizia Duranti, titolare del nuovo ristorante, self-service, caffetteria situato all’angolo tra via Mazzini e via Mandelli: «Siamo pronti da sei mesi, ma non potevamo iniziare solo con il servizio d’asporto ed essendo sprovvisti di area esterna abbiamo dovuto attendere ulteriormente, adesso finalmente possiamo aprire». Una scommessa lanciata nel 2020 guardando al futuro, nonostante l’incertezza e le difficoltà del periodo: «In tanti ci hanno detto che siamo stati coraggiosi, alcuni anche incoscienti - racconta - noi ci abbiamo comunque creduto e il momento è arrivato».

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Il “momento” fissato è giovedì 3 giugno, a due giorni dal via libera alle consumazioni al bancone e al tavolo dei locali al chiuso, che ha accordato anche a chi non può contare su dehors e sedute all’aria aperta di tornare ad accogliere gli avventori o aprire per la prima volta le porte, come nel caso di Patrizia. «È tutta la vita che faccio questo mestiere» racconta l’imprenditrice, milanese di nascita, ma piacentina d’adozione di lunghissima data: «La prima mensa aziendale è stata avviata 42 anni fa dai miei genitori nel quartiere di Montale», poi le aperture in città, da via Morigi - «abbiamo avuto il self-service per 27 anni» - a via San Sepolcro e via Borghetto, tutte nel settore della ristorazione collettiva. Lo stesso con cui prosegue ora, sempre nel centro storico cittadino: «Parlando con le persone e con i vecchi clienti mi sono accorta che c’erano ancora numerose richieste di questo tipo di servizio, soprattutto da parte dei lavoratori». Un incoraggiamento a cogliere questa nuova sfida, anche di fronte agli ostacoli della pandemia: «Abbiamo iniziato a sistemare lo spazio ad agosto, i lavori nei mesi successivi sono proseguiti non senza difficoltà, con i rallentamenti dovuti alla situazione generale, che ha complicato le cose per tutti, ma a gennaio erano conclusi e pensavamo di poter aprire dopo le feste natalizie, o comunque entro poche settimane. La situazione però ha continuato a peggiorare giorno dopo giorno, fin quando tutto si è bloccato».

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Lo stop provvisorio non ha messo in discussione il progetto: «L’investimento per la ristrutturazione era già stato fatto, l’attesa è stata quindi piuttosto pesante, ma ho continuato a sperare che le cose migliorassero e a crederci». Una cinquantina i posti a sedere all’interno del self-service, adeguato nelle modalità di somministrazione alle attuali direttive: «Prima tutto era a disposizione dei clienti, ora invece gli alimenti saranno serviti solo dal personale, non ci sono buffet, mentre vettovaglie posate e bicchieri sono imbustati uno ad uno. Chi vuole potrà anche prenotare il pasto e poi venirlo a ritirare nell’orario stabilito, saremo aperti dalle 8 del mattino fino alle 19». Le regole non consentono al momento una vera e propria inaugurazione, ma è sufficiente la soddisfazione di poter dare il via al lavoro: «Speriamo di poterla fare in futuro».

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