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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cultura

«Salvaguardare il nostro dialetto per vincere contro la globalizzazione»

La Giornata internazionale della lingua madre, giornata indetta dall’Unesco per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo, è stata celebrata anche a Piacenza con una riflessione sul dialetto locale

«Il confronto con la globalizzazione si vince rafforzando la propria identità». Con queste parole il Presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza avv. Corrado Sforza Fogliani, ha evidenziato l’importanza della salvaguardia del dialetto piacentino in occasione della manifestazione che si è svolta ieri, mercoledì, presso il Salone dei depositanti di Palazzo Galli inerente “il futuro della nostra lingua madre».

L’evento in concomitanza, come ha sottolineato Andrea Bergonzi (coautore con il compianto Luigi Paraboschi del Prontuario ortografico piacentino edito dalla Banca di Piacenza), della Giornata internazionale della lingua madre, giornata indetta dall’UNESCO per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. «La data del 21 febbraio- ha ricordato- è stata scelta per ricordare la sollevazione avvenuta nel 1952 in difesa del bengalese contro l’imposizione della lingua urdu e per ricordare i diversi studenti universitari bengalesi uccisi dalle forze di polizia del Pakistan in quell’occasione».

«Questa - ha puntualizzato Sforza - è la vostra casa; la nostra Banca ha sempre sostenuto con convinzione la difesa del nostro idioma, perché espressione del territorio, come il nostro istituto di credito». Ed ha ricordato le numerose pubblicazioni e le collaborazione con gli studiosi, citando il dizionario di mons. Tammi, quello della prof. Bandera ed i contributi di tanti altri esperti. Dopo il saluto dell’assessore Luca Zandonella, Bergonzi ha ribadito la mission di salvaguardare la diversità linguistica ed il poliglottismo ed ha sottolineato come il piacentino sia lingua a tutti gli effetti, sia per la sua relazione con la comunità, in quanto appreso fin dall’infanzia, sia perché possiede un vocabolario ed una grammatica: «La lingua, e quindi il dialetto, sta nel valore socio-linguistico che le viene attribuito».

Sono seguiti numerosi interventi tesi ad evidenziare la necessità di salvaguardare il nostro antico dialetto, come quello di Marilena Massarini: «Vi ho sempre creduto, anche nella forma cantata, la più immediata». Ha ribadito la necessità di mantenere un “fil rouge” con gli anziani e di portare il dialetto nelle scuole, «perché l’appartenenza si ottiene con la lingua. Le canzoni sono un ottimo veicolo».

«Non sono così ottimista - ha sostenuto il razdur della Famiglia piasintèina Danilo Anelli. È stato trascurato dalle istituzioni e per quanto riguarda il teatro vernacolo, non c’è stato un fondamentale ricambio generazionale».  Molte comunque le iniziative in programma. Portare il dialetto nelle aule con progetti condivisi con gli insegnanti e per il 40° del premio Faustini ci sarà un apposito bando anche per le scuole. Successo per la scuola di dialetto “Luigi Paraboschi” e per la rassegna dialettale al President, con ingressi gratuiti per i giovani e riduzioni per gli accompagnatori. Ed ancora: adesione alla “rete” tra provincie emiliane, andare con le compagnie teatrali nelle case di riposo per “i noss vecc” ed infine una Consulta del dialetto piacentino.

Mario Peretti esponente “storico” del teatro dialettale piacentino ha detto che ha sempre avuto il desiderio di accrescere le sue conoscenze, «anche guardando ciò che fanno gli altri e quindi imparare da chi è migliore. Giusto anche puntare sulle scuole. Il teatro è un importante veicolo da sostenere ma ci vogliono collaboratori istituzionali ed un supporto dei mass media».

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