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Venerdì, 26 Aprile 2024
Istruzione

«Nella maggior parte delle scuole del centro città “tempo normale” eliminato, una grande perdita»

La lettera firmata da una mamma e insegnante piacentina: «Voglio ancora credere che sia possibile fare scelte diversificate che ci permettano di recarci a scuola a piedi o in bicicletta senza per forza rivolgersi a una scuola privata»

«Nella maggior parte delle scuole del centro città “tempo normale” eliminato, una grande perdita». A segnalare la situazione una mamma e insegnante piacentina - Maria Stella Tiberio – con una lettera inviata alla nostra redazione. Tema il “modulo”, noto anche come “tempo normale”, ovvero la possibilità di frequentare le lezioni scolastiche al mattino con l’aggiunta di due o tre pomeriggi, a differenza del tempo pieno che li prevede quotidianamente.

«Da qualche anno le scuole del centro città hanno iniziato a togliere le classi a Tempo Normale: prima la Giordani (il Terzo Circolo non ha nemmeno una classe modulo, con non pochi problemi per chi non è di stradario – lo dico per esperienza), poi la Pezzani che ha deciso di chiudere un modulo funzionante da sempre, proprio quest'anno (anche il Settimo Circolo per l'anno scolastico 2023/24 non avrà la classe a modulo), creando non poche difficoltà a chi ha già i figli maggiori iscritti a quella frequenza oraria, ora anche il plesso Mazzini del Secondo Circolo. Ed ecco il motivo per cui scrivo: eravamo sei famiglie con bambini iscritti al tempo normale Mazzini. I genitori hanno fatto una scelta perché gli era stato detto che si poteva scegliere, nessuno ha accennato alla possibilità che il modulo non partisse, nemmeno c'era scritto nulla del genere sul modulo consegnato all'open day, se no – qualche mamma dice – “non lo avrei mai messo come prima scelta”. Poi la sorpresa. Siamo in pochi, troppo pochi secondo la legge ci viene detto, e troppi bambini iscritti al Tempo Pieno».

«La Dirigente – prosegue la lettera - indice una riunione online un po' alla svelta in cui prova a spiegare meglio l'offerta formativa del Tempo Normale (e grazie per quella prova di avvicinamento!). Ma alla riunione sono presenti circa una ventina tra genitori, insegnanti e Dirigente, troppo pochi. Forse qualcuno non aveva capito che tipo di riunione fosse. Viene indetto un questionario e le domande per il tempo Normale crescono a otto, un miracolo a parer mio su quel piccolo numero di famiglie. No, sono ancora poche. Alcune famiglie che si erano iscritte alla sezione del Tempo Normale della Pezzani segnalano il desiderio di iscriversi se dovesse partire la classe, ma non va bene, non era la loro prima scelta, perciò, finiscono in coda a qualcosa che non potrà nascere senza tutte le richieste necessarie (almeno 12 iscritti). Cosa succede ora? Le 8 famiglie con la richiesta di tempo normale possono “scegliere” se cambiare scuola e finire a San Lazzaro (almeno questo circolo mantiene una proposta di tempo normale!) oppure essere spostati al tempo pieno della scuola Mazzini perché la loro richiesta di Tempo Normale evidentemente vale meno della richiesta di chi ha iscritto i propri figli al tempo pieno». La riflessione si estende anche alla prospettiva della nuova classe a tempo pieno, «destinata all’organico di potenziamento «che ogni anno andrà confermato dal Provveditorato ed eventualmente cambiato, a seconda della disponibilità del nuovo personale».

«Parliamo di scarsa natalità, di inquinamento, di dar spazio ai bambini - continua la lettera - e facciamo venire fior fiore di pedagogisti e chi più ne ha più ne metta, che ci dicono che è importante avere un tempo scuola diversificato, che è importante stare insieme ai nostri figli ed ascoltarli, e poi chiudiamo tutte le proposte di scuola statale a Tempo Normale presenti nel centro città? Non capisco davvero. Io desidero un tempo normale nella scuola vicino a casa, dove conosco già le maestre e dove mio figlio conosce i compagni con cui può condividere i pomeriggi al parco, una scuola dove possiamo andare a piedi insieme alle sorelle maggiori che fanno la stessa strada, credo sia anche un modo per condividere alcuni semplici valori. No, bisogna sempre accontentarsi. Sono stanca di accontentarmi quando la possibilità di avere di meglio è una cosa buona e che farebbe bene a tutta la città. Non è un capriccio, si tratta del bene dei nostri figli, e ci tengo tantissimo a far presente il problema ed il nostro disappunto, sia come madre, che come insegnante. Ogni tanto in auto si trova ancora il cartello “Piacenza città a sostegno dei bambini”... ma dove sono le politiche attive a sostegno delle famiglie che desiderano non usare la scuola come un parcheggio e fanno i salti mortali tra le mille cose ed il lavoro, per cercare di trovare il tempo per crescere i propri figli? Valori che non vanno più di moda, e si vede dal numero delle richieste per questo tempo scuola; non è nemmeno colpa di nessuno, però lasciare spazio per esercitare un diritto di istruzione e di scelta nelle diverse zone della città lo trovo un diritto che andrebbe incoraggiato e sostenuto anche con azioni politiche di un certo tipo. Ci vorrebbe a volte il coraggio di andare contro corrente, si sa che è dura. Detto questo, farò il possibile per poter affermare questo diritto; perciò, se la Dirigente accetterà la mia proposta, sarò ben disposta a dare il mio contributo per cercare di capire se qualcuno possa essere interessato ad un cambio orario senza troppe forzature».

«Si tratterebbe di trovare altre 4 famiglie – aggiunge - forse qualcuno ha bisogno che la cosa gli sia spiegata bene, poi di certo con più calma si potranno vedere anche le richieste di chi non aveva fatto lì la prima scelta, o degli stranieri che a volte arrivano d'estate ed hanno bisogno di inserire i propri figli nelle nostre scuole. L'anno scorso tra maggio e l'estate i numeri delle iscrizioni al Tempo Normale sono arrivate a fino alle 19 con cui è partita la classe a settembre». «La proposta formativa di oggi - conclude - sarà ciò su cui costruiamo il futuro dei nostri figli. Io voglio credere ancora che sia possibile fare scelte diversificate che ci permettano di recarci a scuola a piedi o in bicicletta senza per forza doversi rivolgere ad una Scuola Privata, anche nel nostro centro città».

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