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La lettera inviata al Prefetto

Salgono a 163 le firme all’appello per dire no all'invio di armi

L'aggiornamento sul numero di adesioni alla lettera inviata il 17 marzo scorso da un gruppo di cittadini al prefetto di Piacenza, Daniela Lupo

“No all’invio di armi”, salgono a 163 le firme all’appello rivolto all'attenzione del Prefetto di Piacenza, Daniela Lupo. Ad aggiornare il numero delle sottoscrizioni alla lettera inviata il 17 marzo scorso alla rappresentante delle istituzioni, una nota stampa dei cittadini promotori dell’iniziativa, in cui riprongono alcuni temi emersi da chi ha fatto giungere la propria adesione. «“Aiuti umanitari e armi letali” a volte carichi di armi e quindi di morte anche da scali civili italiani mascherati da aiuti umanitari come nel caso dell'aeroporto di Pisa di cui alla Lettera pubblicata su questo giornale in data 17 marzo che 88 cittadine e cittadini da Piacenza hanno inviato alla Prefetta di Piacenza. Al momento le 88 sottoscrizioni raccolte inizialmente da due amiche, sono diventate 163 e tante altre persone stanno chiedendo di non interrompere la raccolta delle adesioni» scrivono.

«Insieme a queste - aggiungono - ci sono arrivate angosce, proposte, la denuncia di inquietanti problemi aperti dal presente e verso il futuro. Tra questi il via libera con poca opposizione della Camera al Decreto Ucraina che impegna il Governo a portare da 1,5 a 2% del Pil (Prodotto interno lordo) le spese militari entro il 2024 con un aumento da 25 a 38 miliardi. C'è chi tra coloro che ci hanno mandato la propria adesione alla lettera ha fatto notare come si vedano anche localmente nei servizi per la collettività le conseguenze di queste scelte economiche e di “futuro” già preesistenti che la guerra utilizza ed enfatizza».

«È proprio su un'economia armata - proseguono - che vogliamo pianificare una ripresa e un futuro? O piuttosto ci convince di più lo slogan “soccorrere, disarmare, negoziare” che Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della nuova Rete Pace e Disarmo, ci ha suggerito in un incontro aperto alla città presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore all'interno del Percorso alla Mondialità “Sulla stessa barca”? W i papà disertori dell'Ucraina che si nascondono nei camion per non uccidere e farsi uccidere! “Se vuoi la pace, cambia la vita” perché la guerra la si previene con ogni nostro gesto giusto, con ogni nostra indignazione resa pubblica quando ci vogliono fa schierare con questo o con quel capo di Governo che mettono all'ultimo posto la vita dei loro popoli. Seguire la nostra coscienza e non le false informazioni e il linguaggio bellico. Oggi la Nato spende 18 volte quello che spende la Russia e i Paesi della Unione Europea 4 volte. Di chi dobbiamo avere paura?».

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