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Le interviste

«Per 8 su 10 turismo di passaggio nel Piacentino: permanenza molto breve, ma anche 3 volte l’anno»

L’analisi del periodo febbraio-giugno 2023 del Comitato Piacenza vie Romee e via Francigena: «20% in più di presenze e più che raddoppiati gli arrivi, purtroppo la legge regionale non calcola i “transiti”»

Pelligrini e turisti, Piacenza e provincia nel 2023 si confermano territorio di “passo”. A proporre l’analisi, frutto del monitoraggio sul tema, Giampietro Comolli, presidente del Comitato Volontario Tratta Piacenza Vie Romee e via Francigena Italia pro-Unesco. «Grazie al supporto di CevesUni, Aikal e Iusve di Mestre – spiega - abbiamo interpellato diversi organismi, guide e camminatori che “passano” lungo la pianura padana, il fiume Po e, in particolare, gli operatori del settore del turismo e accoglienza lungo le vie Romee e via Francigena. In sintesi, emerge come continui «il forte incremento del turismo lento, sloway, ma non solo, anche in bicicletta, a piedi, in moto, con camper, in pullman, la crescita dell’attenzione ai luoghi ambientali e minori, mentre diminuiscono sempre più le vacanze lunghe. In crescita anche «la voglia di conoscere l’Italia da parte degli italiani, ma con molta attenzione sia ai costi sia fissi (trasporti e ricettività) che variabili (cibo e bevande), mentre non cala quella alla qualità dei luoghi, dei prodotti e dei servizi». 

«A Piacenza - sottolinea -  da febbraio a giugno 2023, in 8 risposte su 10 totali, c’è la richiesta di un “turismo di passaggio”, ma qualificato, soprattutto chi mira a territorio, paesaggio, ambiente, clima e servizi alle persone più che alle cose. I dati ufficiali del turismo piacentino - presenze e arrivi come previsto per legge regionale - secondo i nostri dati non corrispondono alla realtà dei numeri: sulla base del campione intervistato fra attori collettivi e individuali, si stima nel 2023 un 20% in più delle presenze e addirittura più che raddoppiati (110%) gli arrivi, rispetto ai conteggiati. Purtroppo, la legge regionale non calcola i “transiti”: non sono registrati, ma sono turisti a tutti gli effetti. Per questo che Piacenza figura agli ultimi posti nella graduatoria regionale».

«Di riscontro - prosegue l’analisi - la permanenza sul territorio è molto breve - va da 8 a 36 ore a massimo - ma il 61% delle risposte dichiarano che in un anno sono minimo 3 le “puntate” nel Piacentino. Ovviamente vincono alla grande collina, montagna e i torrenti di valle, rispetto alla pianura e al fiume Po: un set tennistico 6 a 1. Molte richieste anche per il fiume Po, soprattutto quando abbiamo chiesto chi, fra attivi e organizzatori intervistati (965 risposte su 1676 domande inviate), conoscesse, frequentasse o avesse “usufruito” negli ultimi 12 mesi, di traghetto, guado o taxi del fiume Po a Calendasco, o da altro punto di partenza (come Cremona o Bocca d’Adda). Quasi tutti i quesiti posti vertevano “sull’uso” pedonale e ciclopedonale dei percorsi/itinerari segnalati della via Francigena passando per Piacenza città, da est a ovest e da nord a sud. A parte la manifesta non conoscenza dei punti di riferimento e di informazioni pubbliche e private sui “tanti” vie/cammini storici e culturali praticabili da parte dei turisti generici e dagli stessi pellegrini cristiani, che possono firmare le credenziali, circa due terzi delle risposte hanno segnalato - a conferma di quanto sollevato da anni dal Comitato - la mancanza di attrazione, di comunicazione di interesse locale per catalizzare, di stradario di servizi, di cartellonista, di strumenti utili. I cammini storici, etici, morali e culturali, non hanno una stagionalità vacanziera, ma il bel tempo, i servizi, l’assistenza e le comodità sono fattori determinanti per decidere se “entrare” a Piacenza o bypassare la città. Ad ogni modo Piacenza “è attrattiva”, dichiara più del 50% delle risposte. Purtroppo, il confronto invece che località confinanti, segnala alcuni buchi neri».  

«Per circa il 91% delle risposte - aggiunge - le vie piacentine più attrattive restano quelle che portano verso le colline e le montagne, anche per gli appassionati di moto e camper alla ricerca di “parcheggi sicuri” per proseguire a piedi. Buona la presenza di stranieri, soprattutto dal Nord Europa, e di italiani “che ritornano in Italia” (turismo di ritorno), dipendenti del web e delle cartografie. La parte più consistente dell’incoming escursionistico “di passo” è dato dai turisti padani, che puntano a carraie e stradelli in mezzo ai boschi, verso i laghi di montagna e lungo torrenti e crinali che portano a osterie tipiche e a luoghi dove fare sosta, in cerca di tranquillità, acqua, aria fresca. Su questo occorre fare promozione forte. In particolare, i “pellegrini-turisti”, segnalano la mancanza sul territorio di una cartellonistica europea, di piazzuole di sosta localizzate in funzione di luoghi e borghi, la reperibilità di mezzi pubblici e privati di trasporto su tragitti brevi, segnalazione e riferimento di servizi igienici, sanitari e assistenziali alle persone e la sicurezza del percorso in termini anche di assicurazione infortuni e problemi». 

«La domanda di escursionismo - conclude - è molto ampia e diversificata: dalla famiglia con bambini ai pensionati appassionati di escursione. Mete preferite - sempre lungo le vie Romee antiche - sono le zone dell’alta val d’Aveto e val Trebbia, con arrivo in Liguria grazie alla via degli Abati, i monti Oramara e Gottero, il passo del Tomarlo, i laghi Rudo, Gallo, Nero e le sorgenti dei torrenti. Destinazione sempre più gettonate sono il passo di Cento Croci e la valle del Vara - che porta direttamente a Cinque Terre - val del Magra a scoprire gli storici confini, ancora attuali e saldi, della Diocesi di Piacenza-Bobbio». 

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