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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Peste suina, cacciatori alla ricerca delle carcasse dei cinghiali

Stop ad alcuni tipi di caccia al cinghiale tra Parma e Piacenza. Intanto a Ferriere, Marsaglia, Cerignale e Zerba si rintraccia il contagio

È stato dichiarato lo stop ad alcune forme di caccia al cinghiale nelle province di Parma e Piacenza, considerate quelle più a rischio in Emilia-Romagna per la vicinanza con Piemonte e Liguria, dove si sono verificati i primi casi di Peste suina africana. Lo prevede un'ordinanza firmata dal presidente Stefano Bonaccini. Ancora nessun contagio è stato rilevato in regione della malattia che colpisce suini domestici e cinghiali e non è trasmissibile all'uomo, ma che, se non fermata, «potrebbe rappresentare un grave danno economico per le aziende emiliano-romagnole che operano nel settore della zootecnia: una seria minaccia che potrebbe mettere in stallo la filiera suinicola, nonché le pregiate produzioni Dop della salumeria nazionale», spiega la Regione.

La decisione precauzionale, su disposizione delle indicazioni del Ministero della Sanità, stabilisce un blocco totale dell'attività venatoria nei comuni di Zerba e Ottone, lungo il confine della provincia di Piacenza con il Piemonte e la Liguria, e un blocco della caccia collettiva al cinghiale (braccata e girata), la caccia vagante con l'ausilio di cani e l'attività di 'controllo' del cinghiale in forma collettiva nel restante territorio delle due province.

Inoltre, sempre su indicazione del Ministero della Sanità, la Regione Emilia-Romagna - al momento fuori dalla zona infetta - assume tramite l'ordinanza del Presidente anche le indicazioni di intensificare e rafforzare la sorveglianza sul cinghiale anche attraverso l'esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, incoraggiare ed accelerare le macellazioni dei suini negli allevamenti familiari, intensificare e rafforzare la vigilanza sulle movimentazioni degli animali sensibili e la vigilanza e verifica delle condizioni di biosicurezza degli allevamenti.

In questo fine settimana, nelle zone piacentine più vicine al confine dell'area del contagio, si cercano le carcasse dei cinghiali per rintracciare la diffusione di questa peste. Sono state organizzate sedute di perlustrazioni dei boschi da parte dei cacciatori a Ferriere, Ottone, Zerba, Marsaglia e Cerignale. 

Tagliaferri (Fdi): «Contrastare diffusione della peste suina e rifondere chi ne è rimasto danneggiato»

«La Regione esca dal suo torpore e lavori per arginare la diffusione della peste suina e preveda indennizzi economici per un settore che è in ginocchio, ma resta un asset primario della nostra economia regionale". Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, conferma come "domani presenterò un'interrogazione urgente alla Giunta perché si attivi a sostegno del settore dell'allevamento e della lavorazione della carne e degli insaccati».

«La Regione ha molto da farsi perdonare: se siamo all'emergenza è anche perché negli anni, ostaggio dei finti ambientalisti, le Regioni e i Comuni hanno permesso una crescita senza controllo della fauna ignorando i rischi per la salute e l'economia: si tratta ormai di una vera e propria emergenza che, come più volte denunciato dagli interroganti, poteva essere affrontata con l'attuazione di più efficaci misure di gestione, controllo e contenimento della diffusione della specie dei cinghiali. Mettiamo da parte le ideologie e accogliamo la mano tesa delle associazioni venatorie che fin da subito hanno manifestato la loro disponibilità ad aiutare le attività di gestione dell'emergenza, anche alla luce della loro esperienza sul territorio».

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