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I numeri

Quasi diecimila verbali della polizia provinciale, calano i camion sul ponte di Castelvetro

Il 2023 della Polizia provinciale illustrato dal comandante Rabuffi. Il commissario provinciale Cravedi: «Non un anno di routine, serviranno più giovani cacciatori e volontari per gestire la peste suina nei prossimi anni»

Tempo di bilanci per la polizia provinciale di Piacenza. Sono 19.760 le ore di lavoro nel 2023, svolte con 14 agenti (2 part time), e un impegno che copre tutti i festivi e soprattutto i comuni che dispongono di pochi agenti di polizia locale. Sono stati controllati oltre 6mila veicoli sulle strade, con 9920 verbali tra controlli in presenza e tramite l’ausilio di dispositivi elettronici, con 6933 i punti decurtati dalla patente. Poi, 144 verbali legati all’attività di caccia, 37 legati alla pesca e anche 2 notizie di reato per la faunistica e 6 legate alla strada. Ancora: rilasciate 620 autorizzazioni per i piani di controllo del cinghiale.

IL REPORT COMPLETO DELLA POLIZIA PROVINCIALE

Nel 2023, come ha sottolineato la presidente della Provincia Monica Patelli, con soli 14 agenti a disposizione, il corpo ha garantito oltre 19mila ore di lavoro sul territorio. Molte attività sono garantite in collaborazione con un “esercito” di volontari: 220 tra guardie ecologiche, ittiche e venatorie, che vengono coordinate dagli agenti. Il dirigente del corpo è Davide Marenghi, mentre il comando è affidato al “veterano” Luigi Rabuffi. Il vice è Matteo Re. «Non andiamo molto sui giornali - ha detto Rabuffi - ma è giusto rendicontare una volta all’anno l’attività. Il numero di sanzioni stradali è minore rispetto al 2022 perché, ad esempio, si sono ridotti i transiti sul ponte di Castelvetro da parte dei mezzi pesanti, che non possono percorrerlo. Ad esempio, da Cremona in direzione Piacenza sono diminuiti i passaggi di mille unità». Rabuffi ha rivendicato il «senso di appartenenza del corpo» e ringraziato per l’impegno sul fronte peste suina gli Atc del territorio. «D’ora in poi come polizia provinciale saremo sicuramente più impegnati per la Psa, sarà la questione principale dei prossimi anni».

«Non è stato un anno di routine - ha commentato Roberto Cravedi, ex dipendente (in pensione) della polizia provinciale, ora commissario venatorio - perché la Psa è arrivata fino al Po. Qua siamo il fronte, la trincea dove si lavora con impego per il de-popolamento degli ungulati sul territorio». «Si sarebbero raggiunti risultati migliori - ha aggiunto ancora Cravedi - a livello locale ma le regole non lo permettono. Purtroppo le presenze dei cacciatori sono sempre meno sul territorio e più anziani. In futuro serviranno giovani attrezzati per gestire la Psa».

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