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Callas, la "diva" in una inedita dimensione umana raccontata da Mezzadri e Chini

La quasi biografia è raccontata da Ferruccio Mezzadri di Villanova che per 22 anni, come autista cameriere, ha condiviso con la cantante tanti momenti di vita quotidiana

È stato presentato nella sala consiliare del comune di Villanova “Il destino mi ha fatto incontrare Maria Callas”, il libro-racconto di Ferruccio Mezzadri a cura di Luigi Chini che, come abbiamo pubblicato in due precedenti articoli (ARTICOLO DEL 25 OTTOBRE ARTICOLO DEL 27 OTTOBRE), è certamente il soprano più famoso del “bel canto”. La sua carriera ha nettamente superato i palcoscenici del teatro per interessare la ribalta del mondo; la sua vita per molti aspetti è paragonabile a quella delle eroine tragiche che era solita portare in scena. Il libro edito in elegante edizione con un prezioso apparato fotografico dalla Libreria Romagnosi, racconta sì la diva che conosciamo, ma la rende in un’inedita dimensione umana.

La quasi biografia è raccontata da Ferruccio Mezzadri di Villanova che per 22 anni, come autista cameriere, ha condiviso con la cantante tanti momenti di vita quotidiana e che, dopo la morte della Callas (1977), è stato ripetutamente contattato da persone interessate a conoscere e a far conoscere i particolari più intimi della vita della Callas, ha sempre tenuto un fermo atteggiamento di massima riservatezza. Solo nei mesi scorsi, Ferruccio ha accettato di aprire lo scrigno dei ricordi custoditi per 40 anni, raccontare a Luigi Chini, per amicizia e senza alcuna ricompensa, la storia della grande diva e l’incredibile sequenza di frequentazioni mondane: da Aristotele e Cristina Onassis a Winston Churchill, da Re Umberto a Gerard D’Estaing e Georges Pompidou; Elisabeth Taylor e Richard  Burton, Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Ava Gardner, Luchino Visconti, Grace Kelly, Ranieri di Monaco e altri vip del “jet set” internazionale.

La storia narrata dal libro, dopo il benvenuto ai convenuti nella sala consiliare del sindaco di Villanova Romano Freddi,  è stata ripercorsa in modo efficace con la lettura a due voci di pagine scelte da parte di Luigi Chini e Fabio Biselli, delle quali, per gentile concessione degli autori e dell’editore pubblichiamo alcuni brani dai quali emergono particolari curiosi delle tre visite che la Callas fece a Villanova: «Nella primavera del 1964, dovendo accompagnare a Milano la Callas, che doveva rinnovare il suo guardaroba, chiesi il permesso di assentarmi per dare una scappata a casa e rivedere la mia famiglia. Mi rispose “vengo anch’io ma nessuno deve saperlo”.  All'inizio dello stradello che portava al podere Scarpa, c'era un campo di frumento, pieno di papaveri rossi e tante viti e piante di ciliegie. La Signora mi fece cenno di fermarmi e scese per cogliere qualche papavero. Poi, di fronte a quello spettacolo, allargò le braccia e, con l'entusiasmo di una bambina, esclamò: "Che bello! Che profumo!". ... Entrammo in casa, Maria si guardò intorno ed entrò in cucina. Vedendo la pentola sulla stufa, sollevò il coperchio ed esclamò: "Buono il bollito!" e, senza indugio, chiese un piatto e una forchetta.  Prese poi dalla pentola un pezzo di pollo, di cotechino e la verdura che c'era dentro. Non volle la tovaglia, solo un piccolo tovagliolo per appoggiarvi il piatto.  Senza alcuna etichetta o formalità, si mise a mangiare con gusto. Nella primavera del 1967 accompagnai Maria a Milano; il motivo era sempre lo stesso: passare dalla sarta per aggiornare il suo guardaroba. Stavolta fu lei a farmi la proposta: "Andiamo a vedere come stanno i tuoi genitori!” mi disse».

villanova callas-2«La Signora sapeva che avevo iniziato la costruzione di una casa a Villanova e, tornando a Milano, ci fermammo per mostrare la casa in costruzione. Trovammo qui i muratori Emilio Rocchi, Luciano Cattivelli e Gianni Amboni con l'impresario edile Gino Cima "Strinà"» - Racconta Emilio (Miòn). «E' arrivata con la Mercedes, un macchinone. Ci ha salutati tutti e ha voluto vedere il progetto della casa.  Ho sentito che parlava con Ferruccio e gli dava consigli: io avrei fatto così.. sembrava avesse una certa competenza. Girava intorno al cantiere e, siccome era piovuto da poco, avevo steso delle assi per terra, per evitare che si sporcasse le scarpe. AI momento di andare via ha dato la mano a tutti noi e ci ha augurato buon lavoro. L'aspetto della Callas mi aveva molto impressionato: gli occhi scuri, altissima, distinta, ben vestita e di una grande semplicità. Era una donna non comune! Dopo la sua partenza, non appena ripresosi dalla sorpresa, Gino Cima aveva commentato: “la ma miss na tal agitasion, ca sum pò bon da tegn in ma la casola”. Maria Callas venne una terza volta a Villanova, stavolta nel 1973, mentre era diretta a Fiesole, per incontrare il maestro Gui. Per darmi la possibilità di passare qualche minuto solo con mio padre, si recò con il tenore Di Stefano al bar Piazza gestito da Irene Merli». Questo il racconto di Irene: «Erano le due del pomeriggio e nel bar c'erano 5 clienti che giocavano a carte: Lorenzo Tavani, Pierino Pagliari, Remo Spagnoli Ragi. Ad un tratto entrò una signora bellissima, accompagnata da un uomo. Mi chiese di poter telefonare e io le indicai la stanza: andò avanti poi lui la seguì. I giocatori interruppero la partita, stupiti: "Irene! E' la cantante, è la Callas!".  Finito di telefonare, la signora tornò nella sala e si mise seduta, vicino alla porta d'ingresso. Arrivò nel frattempo anche l'altro signore, insieme si avvicinarono al banco. La signora mi chiese quanto doveva per la telefonata; "Guardi, se è vero che lei è la cantante, le offro anche il caffè!". "Si, è vero - rispose - e anche questo è un cantante, è Di Stefano". "Allora offro il caffè anche a lui!"».

“Il destino mi ha fatto incontrare Maria Callas. Ferruccio Mezzadri racconta” - A cura di Luigi Chini, pagine 110, formato 18x35. Edizioni Lir. Prezzo euro 18

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