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Venerdì, 26 Aprile 2024
In Alta Valtrebbia / Ottone

Da un garage delle corriere di Ottone all’export: «Avanti per il piacere di fare impresa qui»

Alessandro Traverso con la famiglia gestisce "L'antico mulino di Ottone", laboratorio di pasticceria, cioccolateria e gelateria. Oltre trent’anni fa ha fatto ritorno nei luoghi delle sue radici: «Ho sviluppato l’attività seguendo i ricordi, richiamando i sapori delle cose fatte in casa»

Alessandro Traverso è partito da Genova, oltre trent’anni fa, per ritornare nei luoghi delle sue radici, in Alta Valtrebbia. «Quand’ero bambino amavo trascorrere del tempo con la nonna Luisa tra contadini, mucche, sapori e odori di fieno e soprattutto gli aromi dei suoi dolci tradizionali». A 22 anni, seguendo quei profumi, è finito a Ottone, dopo aver imparato ad impastare in un panificio, e ha aperto un negozio – oggi tutte le sue attività sono sotto il marchio “L’antico mulino di Ottone” - in un garage abbandonato dove erano ricoverate le corriere.

Si è specializzato come pasticcere, recuperando le ricette della nonna per farne dolci d’autore. «Le mie origini - precisaLa famiglia Traverso al completo lo scorso Natale-2 l’imprenditore - sono genovesi: mia madre è di Casanova di Rovegno, mio padre di Torriglia e avevamo una casa a Loco di Rovegno. Questi monti fanno parte della famiglia».

DAL 1990 AD OGGI COSA È CAMBIATO

Al momento del suo arrivo, nel 1990, Ottone era più popolata rispetto ad oggi. «Scelsi di vivere in un contesto più a misura d’uomo - ricorda l’imprenditore -. All’epoca il paese aveva una vocazione commerciale più evidente, c’erano diverse attività alimentari, bar, perfino due alberghi». Poi, cos’è successo? «Gli anziani sono scomparsi e tanti giovani se ne sono andati, le cose sono andate male per questa realtà. La montagna ha subito un declassamento esagerato. Mi rattrista vederla così abbandonata, dimenticata. Si sono persi quei sapori e odori di una realtà contadina vivace che invece voglio conservare».

«VOLERE È POTERE»

Si può tenere in piedi un’attività familiare da queste parti? «Volere è potere. Se uno ci crede fortemente e si dimostra elastico, sì. Io avevo voglia di fare: ho aperto il primo negozio in un garage a 22 anni. Poi il macellaio di fronte chiudeva (c’erano tre macellerie all’epoca a Ottone) e a 30 ho così imparato a lavorare la carne».

In seguito la decisione di aprire un laboratorio di pasticceria vendendo i biscotti fatti in casa. «Mi ricordavano i profumi dicanestrelli 3-2 quando andavo a trovare la nonna a Torriglia. Ho sviluppato l’attività seguendo i miei ricordi, così è nato l’antico mulino di Ottone con mia moglie Patrizia».

Il nome deriva dal fatto che, aprendo la finestra sul retro dei locali, si può vedere il duecentesco “mulino dei principi” di Ottone. «Era l’essenza della vallata, le materie prime non mancavano in queste zone. Sotto il pian della Cavalla, a Fontanarossa, nel genovese, c’era un’importante castagneto. Il mulino storico ha smesso di lavorare negli anni ‘60».

Traverso non ha fatto altro che recuperare l’immagine dell’antico mulino. «Ho trasportato un ricordo ai tempi d’oggi. D’altronde facciamo una frolla che ricorda molto le tradizioni passate, usando il grano del territorio. Il prodotto è quello della nonna, come si faceva cent’anni fa». La sua filosofia, recuperare il già visto, ha funzionato. «Mattone su mattone ho creato un laboratorio più grande».

Quattro anni fa, oltre al supermercato e al negozio di pasticceria, ha aperto anche una gelateria e caffetteria per i mesi estivi. Un modo per garantire più reddito e coinvolgere tutta la famiglia. Infatti, oltre alla moglie Patrizia, con la quale condivide la vita e il lavoro da sempre (si occupa del punto vendita e della contabilità), sono impegnati anche i figli Daniel (pasticceria), Davide (produzione, caffetteria e gelateria) e la sua compagna Sara (comunicazione).

PAROLA D’ORDINE: MAI FOSSILIZZARSI

L’antico mulino è un esempio di come anche a Ottone si possa fare impresa. «C’ho messo l’anima, non sono statico, ho sempre progetti nuovi. Mi fa andare avanti il piacere di fare impresa in un territorio del genere. Mi hanno invitato a spostarmi a Bobbio o scendere a Rivergaro per allargare il business, ma preferisco continuare qui, senza però chiudermi in me stesso, che spesso è una caratteristica della montagna, troppo negativa nei confronti delle novità».

Ora rilancia ancora. Sta pensando ad una nuova struttura esterna per la stagione estiva, con un gazebo e un’area di ristoro. «Per distribuire meglio il salato e la “pinsa” in teglia. Voglio diversificare e offrire più accoglienza a chi passa a Ottone». Inoltre vuole rivedere l’organizzazione interna del market, valorizzando l’angolo dedicato alla pasticceria, quello per i latticini e per i vini.

«A OTTONE PIU’ GENOVESI, I MILANESI SI FERMANO A BOBBIO»

Chi passa da queste parti in estate? «In modo particolare genovesi, perché i milanesi che prendono d’assalto Bobbio purtroppo si fermano lì e al massimo si spingono fino a Zerba. Le curve e la distanza che ci separano dal resto della Valtrebbia un po’ spaventano».

I prodotti dell’antico mulino sono diversi. «Dal primo lockdown in poi ci siamo buttati sul salato, c’era più richiesta». Sul fronte biscotti abbiamo il “castagnotto”, che ricorda la ruota del mulino, per passare ai “baci”, ai “canestrelli” e ai “cuoriciotti”. Traverso ha studiato anche un confezionamento di pregio con le immagini delle montagne dei dintorni. Da un anno ha lanciato anche una linea di cioccolateria, con i frutti di bosco, come mirtilli e lamponi. «I torroncini - aggiunge - li facciamo con la materia prima da Gramizzola». Poi, c’è anche il “sonetto”: un fico tagliato con dentro una noce. «Mia nonna mi dava sempre per Natale un fico conDaniel Traverso-2 le noci», ricorda l’imprenditore.

«TUTTI I PRODOTTI NASCONO QUI»

Traverso è socio del Consorzio Piacenza Alimentare e sta iniziando a commercializzare i suoi prodotti anche all’estero, dopo aver già “conquistato” la grande distribuzione in tutto il Nord Italia, con accordi in particolare con Coop a Piacenza e Carrefour a Genova. «Tutti i prodotti - ci tiene a sottolineare - nascono qui ed escono già pronti per la consumazione. Anche il confezionamento viene effettuato in loco».

«I biscotti li facciamo a mano, non possiamo esagerare con la produzione per non perdere la tipicità del prodotto, che deve ricordare l’autenticità dell’antico mulino». Mentre Alessandro, con la sua verve imprenditoriale, illustra i progetti, interviene anche il figlio Daniel, che ha 19 anni. Ha preso il diploma all’istituto alberghiero a Genova. «Abitavo dai nonni - spiega il giovane - e negli ultimi tre anni ho fatto da stagista in una pasticceria della città nel dopo scuola, mi ha dato un’ottima base di conoscenze che ho portato qui. Poi ho svolto un corso con il noto pasticcere Riccardo Magni». Nella città ligure torna spesso, perché ha lasciato lì tanti amici: «Ma la mia vita è a Ottone, su questo non ci piove».

(fine)

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