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Martedì, 30 Aprile 2024
Le preoccupazioni

Maruffi a rischio, «Difficile ricollocare lavoratrici». Il sindaco: «Trattative con un privato»

Il futuro incerto dei 70 ospiti e delle 50 persone al lavoro nella residenza per anziani, i sindacati: «Il 90% donne, alcune sole con figli». Il tema entra anche in consiglio comunale, Trespidi: «È tempo di ascoltare il nostro rappresentante nel Cda»

L’appello dei sindacati alle istituzioni per intervenire finanziariamente, in consiglio comunale la richiesta di avere ragguagli dal rappresentante di palazzo Mercanti nel Cda, mentre «il Comune non sarebbe esente dal trovare soluzioni in caso di chiusura». Tema il Maruffi, struttura socio-residenziale cittadina per anziani autosufficienti e non, con alle spalle oltre 170 anni di storia. Storia oggi a rischio stop, dopo la recessione del contratto d’affitto per l’immobile dove da sempre ha sede - il civico 103 di via Roma - da parte della cooperativa sociale Proges, attuale affittuaria del ramo d’azienda, subentrata alla precedente gestione nel 2022. A determinarla le sofferenze economiche registrate dalla casa di riposo - che fa capo alla Fondazione Pia casa per anziani Maruffi - la cui possibile chiusura ora si riflette sul futuro incerto di circa 70 ospiti e 50 lavoratori, o meglio lavoratrici: «Il 90% sono donne, alcune sole con figli o sopra i cinquant’anni, altre lavorano lì anche da trent’anni».

«MOLTE NON POTREBBERO ACCETTARE TRASFERIMENTI» - A parlare Roberto Roberti di Cisl Fp, che con i delegati di Cgil Fp e Uil Fp, la scorsa settimana ha incontrato il gruppo delle lavoratrici del Maruffi in assemblea. Complessivamente - ricorda il sindacalista - sono 38 le figure assunte da Proges, a cui si aggiungono cinque dipendenti della Fondazione (temporaneamente dipendenti di Proges) e le restanti alle dipendenze delle cooperative che hanno in appalto i servizi infermieristici e di ristorazione presso la struttura. Richiesta principale emersa dall’incontro «continuare a lavorare dove lo hanno sempre fatto; molte persone non sono in grado di accettare posti di lavoro a 20 o 30 chilometri da Piacenza, per i costi da sostenere e per conciliazione dei tempi vita-lavoro. La maggior parte delle Oss non riuscirebbe ad accettare trasferimenti lì dove la cooperativa ha in gestione altre strutture e potrebbe ricollocarle, lontano dalla città o ai confini della provincia».

Il discorso tocca anche gli anziani attualmente ospiti del Maruffi e le loro famiglie: «Noi chiediamo che le istituzioni pubbliche e private si facciano carico anche economicamente degli interventi per mantenere la struttura operativa – sottolinea Roberti – così che il Maruffi possa restare lì dov’è. Chi l’ha scelto sa che la struttura è un po' vecchiotta, ma fino a pochi giorni fa continuavano ad avere delle richieste d’ingresso, quindi potenzialmente attira ancora ospiti. E chi lo sceglie lo fa anche per la sua collocazione, per la possibilità magari di poter raggiungere il famigliare a piedi in dieci minuti, che è ben diverso dal doversi spostare fino a Bobbio o Monticelli». La casa di riposo non è accreditata, «ma è un patrimonio pubblico a tutti gli effetti, perché frutto della generosità della cittadinanza piacentina, da salvaguardare».

«La grande paura  - conclude - è sempre quella che venga venduto l’immobile, anche se la Fondazione dice di no. Vedremo i prossimi passi, ad oggi c’è molta preoccupazione e confusione».

«È TEMPO DI ASCOLTARE IL RAPPRESENTANTE DEL CDA» - Il Maruffi entra anche nelle comunicazioni della seduta del consiglio comunale di Palazzo Mercanti, in corso nel pomeriggio di oggi. A chiamarlo in causa Massimo Trespidi (Civica Barbieri), sottolineando come la residenza per anziani «sconti alcuni errori strategici del passato, quando in coincidenza di politiche di accreditamento, ha fatto scelte diverse, perché richiedevano investimenti economici. Se dovesse fallire l’ultimo tentativo del gestore - aggiunge - l’alternativa sarebbe la chiusura e se così fosse sarebbe un colpo per il welfare della città, credo che sia opportuno occuparsene». In ultimo la richiesta «di ascoltare in commissione il nostro rappresentante nel consiglio di amministrazione della Fondazione». Incarico attualmente ricoperto da Gabriele Binaghi.

«COMUNE NON ESENTE DAL TROVARE SOLUZIONI» - All’intervento di Trespidi risponde la prima cittadina, Katia Tarasconi, sottolineando di aver lavorato alla questione nelle ultime settimane con Nicoletta Corvi, assessore con delega al welfare. «È un tema importante per la città, ci sono state scelte sbagliate in passato, come quella dell’accreditamento, ed è una struttura vecchia».

«Non entro nel merito - precisa Tarasconi - perché ci sono delle trattative in corso con un privato», ma aggiunge che «Il Comune non sarebbe esente dal trovare soluzioni in caso di chiusura. Si sta lavorando con il Maruffi per trovare soluzioni percorribili, che diano una visione nel medio periodo. Siamo preoccupati, sono settanta ospiti». Tema di cui si tornerà a parlare martedì 23 gennaio, in occasione della conferenza socio-sanitaria.

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